La medicina nell'antico medioriente
Introduzione
Nell’ultimo articolo ci siamo lasciati quando verso il 4.000 a.C. in Mesopotamia (un’area che attualmente fa parte dell’Iraq) i Sumeri inventando la scrittura cuneiforme misero fine alla preistoria. Sebbene oggi sia difficile da credere questa regione all’epoca era molto ricca e fertile (successivamente il disboscamento insieme all’aumento della salinità nel suolo dovuto ad alcune pratiche agricole, la trasformarono nel deserto che è ancora oggi) e perciò attirò diverse popolazioni, che diedero vita a diverse civiltà fiorenti e culturalmente complesse.
Quasi nello stesso periodo in Nord Africa lungo le rive del Nilo si sviluppò la civiltà egiziana, che come quella mesopotamica ebbe un’enorme influenza nell’evoluzione della medicina.
Nell’area compresa tra l’Egitto e la Mesopotamia (quello che oggi è il Medio oriente) si nacquero anche altre civiltà importanti (come gli Ittiti,i Fenici,gli Elamiti e gli Ebrei), ma in questa sede non ne tratteremo poiché non hanno avuto un’influenza significativa sulla medicina occidentale.
In tutte le aree prese in esame in quest’articolo la medicina pur avendo una forte base sacra, non di meno si basava su una base empirica altrettanto importante sia per la prognosi che per la cura.
Sostanzialmente l’articolo che state leggendo è composto da tre sezioni:nella prima daremo alcuni cenni storici sulla storia antica del Medio oriente, mentre nelle successive descriveremo brevemente la medicina mesopotamica e quella egiziana.
Alcuni cenni storici sul Medio oriente antico
Riassumere in poche righe secoli di storia è piuttosto difficile, oltreché stiamo esaminando una regione che dal punto di vista politico non è mai stata tranquilla.
Per non appesantire discorso abbiamo deciso di proporre uno schema che indichi i periodi storici più importanti, dividendoli in base alle differenti regioni che alla fine seguirono entrambe un’evoluzione storica comune, dato che furono conquistate prima dai persiani,poi dai greci con Alessandro Magno e infine dai romani e dai parti.
Si tratta di civiltà culturalmente ricche che ancora oggi influenzano per molte loro conquiste la nostra vita: lo stesso caduceo (il simbolo della medicina composto da un serpente intrecciato intorno ad un bastone), era associato alla divinità mesopotamica Ningischdiza e successivamente si è diffuso nel resto del mondo antico arrivando fino a noi.
Mesopotamia
Sumeri:4000-3500 a.C-2400 a.C
Accadi 2400 a.C- 2300 a.C
Primo impero Babilonese 1793 a.C-1595 a.C
Impero assiro 1115 a.C-606 a.C
Secondo impero babilonese 606 a.C-538 a.C
Impero persiano 559 a.C-333 a.C
Antico Egitto
Periodo Menfitico 3200 a.C-2200 a.C
Periodo Tebano 2200 a.C-663 a.C
Dominio Assiro 671-663 a.C- 650 a.C
Periodo Saitico 651 a.C-525 a.C
La medicina in Mesopotamia e in Persia
Spesso descrivere delle civiltà diverse da quella contemporanea richiede dei grossi sforzi, dato che per alcuni aspetti culturali più importanti sono mentalmente aliene da noi.
Nel caso delle civiltà più antiche la caratteristica più difficile da capire per un uomo moderno è che la loro esistenza si basava su un’intima unione tra il divino e l’umano, due cose che per loro non potevano essere separate in nessun modo:in quest’ottica le malattie erano una punizione da parte della divinità oppure il risultato di una possessione demoniaca.
Molti demoni erano associati alle diverse malattie, tipo Pazuzu che generava le febbri ed esistevano differenti divinità associate alla medicina (le più importanti erano Enki-Ea e Marduk).
Spesso la diagnostica e la prognosi consistevano nell’interpretare la volontà degli dei:l’esempio più noto riguarda la pratica divinatoria dell’aruspicina, vale a dire l’esame del fegato di animali sacrificati durante dei rituali.
Secondo questa dottrina se il dio accettava il sacrificio s’identificava nell’anima dell’animale sacrificato e perciò era possibile capire le intenzioni della divinità esaminando il fegato dell’animale, dato che si credeva che quest’organo fosse il centro della vita e dell’anima per via della massiccia irrorazione sanguigna a cui è soggetto.
Un particolare molto interessante era l’estrema amarezza dei medicamenti mesopotamici, questo per poter scacciare disgustandoli i demoni responsabili delle malattie.
All’inizio la pratica della medicina era riservata a tre categorie di sacerdoti, baru che si occupava della diagnosi (che disponeva di ottimi prontuari diagnostici),prognosi e causa delle malattie,ashipu che aveva il potere di esorcizzare i demoni patogeni e asu che somministrava i farmaci al paziente (anche in questo caso secoli di esperienza permettevano l’impiego di una buona farmacopea).
Nonostante la loro forte componente religiosa i medici mesopotamici erano anche esperti chirurgi, al punto che operavano i diversi calcoli urinari (quelli di ossalato erano affidati al chirurgo,mentre per quelli molli si usavano diversi farmaci) ed effettuavano interventi di toracentesi,paracentesi ed escissione di ascessi.
Sicuramente l’aspetto più innovativo della civiltà mesopotamica in ambito medico è la presenza di una serie di leggi volte a regolare l’attività medica:basti pensare che il codice di Hammurabi (1728 a.C-1686 a.C) regolamentava l’onorario dei medici, stabilendo anche delle pene variabili in base alla classe sociale del paziente in caso di malasanità (se i medici sbagliavano a curare un uomo libero era previsto il taglio delle dita, altrimenti nel caso di uno schiavo dovevano sostituirlo con uno di pari valore).
Sebbene i persiani non siano stati famosi come medici quanto gli egiziani o i mesopotamici, meritano di essere ricordati per aver introdotto un esame di abilitazione per i futuri chirurghi:sostanzialmente l’aspirante chirurgo doveva curare col coltello prima un certo numero di stranieri, e solo se riusciva nell’impresa poteva operare anche i persiani.
Oggi queste disposizioni (nel nostro caso emanate dal dio Ahura Mazda) farebbero inorridire i membri di un qualsiasi comitato etico,ma fino al codice d’Ippocrate erano quanto di meglio si potesse avere (anche la stessa idea di un esame di abilitazione era rivoluzionaria).
La medicina nell’antico Egitto
Spesso sentendo parlare dell’antico Egitto la maggior parte delle persone pensa alle piramidi, alle mummie, alla magia nera o agli alieni.
In questo capitolo ne esamineremo la medicina che come qualità e come organizzazione ha molti aspetti che sorprendono noi moderni.
Eviteremo di parlare dell’imbalsamazione perché ha una scarsa importanza medica, e invece ci occuperemo di altri argomenti altrettanto (se non più) interessanti.
A differenza di altri popoli la medicina egiziana aveva delle forte basi razionali ed empiriche:pur essendo un popolo religioso non sembra che la religione abbia influenzato la loro medicina come invece è accaduto per i mesopotamici.
Un aspetto importante era l’organizzazione gerarchica dei medici:all’apice c’era il medico del faraone, a cui erano sottoposti i medici di palazzo a cui a loro volta erano sottoposti altri medici, e così via fino ad arrivare ai medici di base.
I futuri medici apprendevano il loro mestiere nelle “Case della Vita”, delle biblioteche vicino ai templi dove i giovani apprendevano dagli anziani e studiando i papiri medici. Inoltre l’insegnamento della medicina era aperto anche alle donne, che svolgevano prevalentemente il ruolo di ostetriche, anche se ci sono stati casi di donne medico.
Anticipando il futuro welfare state l’assistenza sanitaria era gratuita dato che i medici erano pagati in natura dallo stato, sebbene i medici più altolocati ricevessero delle ricompense particolarmente sostanziose.
Del resto gli egiziani sono stati uno dei pochi popoli ad aver divinizzato un medico, Imhotep, anche se ciò accadde nel periodo greco romano.
A lui viene attribuito il papiro Smith dove sono descritte le malattie con le cure da applicare nei diversi casi:questo testo è importante anche perché c’è quella che sembra la prima descrizione nota di un tumore al seno, dove nelle cure da applicare troviamo un laconico “Nessuna”.
Nella società egiziana esisteva la figura del medico specialista e pur non arrivando ai livelli di complessità odierni, la scelta era piuttosto ampia dato che esistevano già gli oculisti, i gastroenterologi, gli internisti,i geriatri e i medici del lavoro.
Ovviamente le specializzazioni non erano identiche a quelle di oggi,ma il risultato era buono lo stesso dato che grazie a queste cure l’età media arrivava intorno ai 35 anni (i romani arrivavano intorno ai 25), con casi di novantenni illustri tra cui il faraone Ramses II.
Inoltre durante la visita del paziente il medico esaminava le caratteristiche del malato compilando un questionario, e alla fine emetteva per iscritto la prognosi.
Dal punto di vista igienico gli egiziani erano molto avanzati e seguivano anche delle regole per una corretta alimentazione:in guerra i feriti erano assistiti da del personale medico che usava come ambulanze dei carri da guerra (una pratica poi ripresa nell’Ottocento).
La ginecologia era un altro punto di forza degli egiziani,poiché potevano prevedere il sesso del nascituro tramite un procedimento che funzionava anche come test di gravidanza (effettivamente nel Novecento degli esperimenti dimostrarono l’efficacia di questo procedimento):in questo caso la donna doveva urinare su due sacchetti,uno contenente l’orzo e l’altro il grano.
Se germogliava per primo il grano sarebbe nato un maschio,altrimenti il neonato sarebbe stato femmina:nel caso di mancata crescita di entrambi non si sarebbe verificata nessuna nascita.
Usando determinate sostanze gli egizi potevano anche prevedere le caratteristiche del parto e possedevano dei farmaci contraccettivi,un’esigenza dovuta anche alla costituzione piuttosto fragile delle donne egiziane che provocava facilmente delle morti per parto:per rendersi conto della gravità di questi problemi basti solo pensare che le formule magiche per provocare l’aborto rientravano nella magia bianca, a differenza di moltissime civiltà dove simili incantesimi appartengono alla sfera della magia nera.
Un ultimo aspetto che ha influenzato la medicina per secoli era la convinzione che le malattie derivassero da degli umori corrotti che dovessero essere eliminati usando diversi mezzi:sebbene possa sembrare incredibile questa teoria è sopravvissuta con alcune modifiche quasi fino alla fine al XIX secolo.
Tutto quello che abbiamo descritto finora è solo una parte della medicina egizia, ma crediamo che sia sufficiente per mostrare l’ottimo livello qualitativo raggiunto dai medici di questo popolo.
Ma adesso è il momento di spostarsi in Grecia,parlandone per una volta tanto non dell’economia ma bensì della medicina.