mercoledì 27 marzo 2013

La medicina nell'antico medioriente



La medicina nell'antico medioriente

Introduzione
Nell’ultimo articolo ci siamo lasciati quando verso il 4.000 a.C. in Mesopotamia (un’area che attualmente fa parte dell’Iraq) i Sumeri inventando la scrittura cuneiforme misero fine alla preistoria. Sebbene oggi sia difficile da credere questa regione all’epoca era molto ricca e fertile (successivamente il disboscamento insieme all’aumento della salinità nel suolo dovuto ad alcune pratiche agricole, la trasformarono nel deserto che è ancora oggi) e perciò attirò diverse popolazioni, che diedero vita a diverse civiltà fiorenti e culturalmente complesse.
Quasi nello stesso periodo in Nord Africa lungo le rive del Nilo si sviluppò la civiltà egiziana, che come quella mesopotamica ebbe un’enorme influenza nell’evoluzione della medicina.
Nell’area compresa tra l’Egitto e la Mesopotamia (quello che oggi è il Medio oriente) si nacquero anche altre civiltà importanti (come gli Ittiti,i Fenici,gli Elamiti e gli Ebrei), ma in questa sede non ne tratteremo poiché non hanno avuto un’influenza significativa sulla medicina occidentale.
In tutte le aree prese in esame in quest’articolo la medicina pur avendo una forte base sacra, non di meno si basava su una base empirica altrettanto importante sia per la prognosi che per la cura.
Sostanzialmente l’articolo che state leggendo è composto da tre sezioni:nella prima daremo alcuni cenni storici sulla storia antica del Medio oriente, mentre nelle successive descriveremo brevemente la medicina mesopotamica e quella egiziana.
Alcuni cenni storici sul Medio oriente antico
Riassumere in poche righe secoli di storia è piuttosto difficile, oltreché stiamo esaminando  una regione che dal punto di vista  politico non è mai stata tranquilla.
Per non appesantire discorso abbiamo deciso di proporre uno schema che indichi i periodi storici più importanti, dividendoli in base alle differenti regioni che alla fine seguirono entrambe un’evoluzione storica comune, dato che furono conquistate prima dai persiani,poi dai greci con Alessandro Magno e infine dai romani e dai parti.
Si tratta di civiltà culturalmente ricche che ancora oggi influenzano per molte loro conquiste la nostra vita: lo stesso caduceo (il simbolo della medicina composto da un serpente intrecciato intorno ad un bastone), era associato alla divinità mesopotamica Ningischdiza e successivamente si è diffuso nel resto del mondo antico arrivando fino a noi.
Mesopotamia
Sumeri:4000-3500 a.C-2400 a.C
Accadi 2400 a.C- 2300 a.C
Primo impero Babilonese 1793 a.C-1595 a.C
Impero assiro 1115 a.C-606 a.C
Secondo impero babilonese 606 a.C-538 a.C
Impero persiano 559 a.C-333 a.C
Antico Egitto
Periodo Menfitico 3200 a.C-2200 a.C
Periodo Tebano  2200 a.C-663 a.C
Dominio Assiro 671-663 a.C- 650 a.C
Periodo Saitico 651 a.C-525 a.C

La medicina in Mesopotamia e in Persia
Spesso descrivere delle civiltà diverse da quella contemporanea richiede dei grossi sforzi, dato che per alcuni aspetti culturali più importanti sono mentalmente aliene da noi.
Nel caso delle civiltà più antiche la caratteristica più difficile da capire per un uomo moderno è che la loro esistenza si basava su un’intima unione tra il divino e l’umano, due cose che per loro non potevano essere separate in nessun modo:in quest’ottica le malattie erano una punizione da parte della divinità oppure il risultato di una possessione demoniaca.
Molti demoni erano associati alle diverse malattie, tipo Pazuzu che generava le febbri ed esistevano differenti divinità associate alla medicina (le più importanti erano Enki-Ea e Marduk).
Spesso la diagnostica e la prognosi consistevano nell’interpretare la volontà degli dei:l’esempio più noto riguarda la pratica divinatoria dell’aruspicina, vale a dire l’esame del fegato di animali sacrificati durante dei rituali.
Secondo questa dottrina se il dio accettava il sacrificio s’identificava nell’anima dell’animale sacrificato e perciò era possibile capire le intenzioni della divinità esaminando il fegato dell’animale, dato che si credeva che quest’organo fosse il centro della vita e dell’anima per via della massiccia irrorazione sanguigna a cui è soggetto.
Un particolare molto interessante era l’estrema amarezza dei medicamenti mesopotamici, questo per poter scacciare disgustandoli i demoni responsabili delle malattie.
All’inizio la pratica della medicina era riservata a tre categorie di sacerdoti, baru che si occupava della diagnosi (che disponeva di ottimi prontuari diagnostici),prognosi e causa delle malattie,ashipu che aveva il potere di esorcizzare i demoni patogeni e asu che somministrava i farmaci al paziente (anche in questo caso secoli di esperienza permettevano l’impiego di una buona farmacopea).
Nonostante la loro forte componente religiosa i medici mesopotamici erano anche esperti chirurgi, al punto che operavano i diversi calcoli urinari (quelli di ossalato erano affidati al chirurgo,mentre per quelli molli si usavano diversi farmaci) ed effettuavano interventi di toracentesi,paracentesi ed escissione di ascessi.
Sicuramente l’aspetto più innovativo della civiltà mesopotamica in ambito medico è la presenza di una serie di leggi volte a regolare l’attività medica:basti pensare che il codice di Hammurabi (1728 a.C-1686 a.C) regolamentava l’onorario dei medici, stabilendo anche delle pene variabili in base alla classe sociale del paziente in caso di malasanità (se i medici sbagliavano a curare un uomo libero era previsto il taglio delle dita, altrimenti nel caso di uno schiavo dovevano sostituirlo con uno di pari valore).
Sebbene i persiani non siano stati famosi come medici quanto gli egiziani o i mesopotamici, meritano di essere ricordati per aver introdotto un esame di abilitazione per i futuri chirurghi:sostanzialmente l’aspirante chirurgo doveva curare  col coltello prima un certo numero di stranieri, e solo se riusciva nell’impresa poteva operare anche i persiani.
Oggi queste disposizioni (nel nostro caso emanate dal dio Ahura Mazda) farebbero inorridire i membri di un qualsiasi comitato etico,ma fino al codice d’Ippocrate erano quanto di meglio si potesse avere (anche la stessa idea di un esame di abilitazione era rivoluzionaria).
La medicina nell’antico Egitto
Spesso sentendo parlare dell’antico Egitto la maggior parte delle persone pensa alle piramidi, alle mummie, alla magia nera o agli alieni.
In questo capitolo ne esamineremo la medicina che come qualità e come organizzazione ha molti aspetti che sorprendono noi moderni.
Eviteremo di parlare dell’imbalsamazione perché ha una scarsa importanza medica, e invece ci occuperemo di altri argomenti altrettanto (se non più) interessanti.
A differenza di altri popoli la medicina egiziana aveva delle forte basi razionali ed empiriche:pur essendo un popolo religioso non sembra che la religione abbia influenzato la loro medicina come invece è accaduto per i mesopotamici.
Un aspetto importante era l’organizzazione gerarchica dei medici:all’apice c’era il medico del faraone, a cui erano sottoposti i medici di palazzo a cui a loro volta erano sottoposti altri medici,  e così via fino ad arrivare ai medici di base.
I futuri medici apprendevano il loro mestiere nelle “Case della Vita”, delle biblioteche vicino ai templi dove i giovani apprendevano dagli anziani e studiando i papiri medici. Inoltre l’insegnamento della medicina era aperto anche alle donne, che svolgevano prevalentemente il ruolo di ostetriche, anche se ci sono stati casi di donne medico.
Anticipando il futuro welfare state l’assistenza sanitaria era gratuita dato che i medici erano pagati in natura dallo stato, sebbene i medici più altolocati ricevessero delle ricompense particolarmente sostanziose.
Del resto gli egiziani sono stati uno dei pochi popoli ad aver divinizzato un medico, Imhotep, anche se ciò accadde nel periodo greco romano.
A lui viene attribuito il papiro Smith dove sono descritte le malattie con le cure da applicare nei diversi casi:questo testo è importante anche perché c’è quella che sembra la prima descrizione nota di un tumore al seno, dove nelle cure da applicare troviamo un laconico “Nessuna”.
Nella società egiziana esisteva la figura del medico specialista e pur non arrivando ai livelli di complessità odierni, la scelta era piuttosto ampia dato che esistevano già gli oculisti, i gastroenterologi, gli internisti,i geriatri e i medici del lavoro.
Ovviamente le specializzazioni non erano identiche a quelle di oggi,ma il risultato era buono lo stesso dato che grazie a queste cure l’età media arrivava intorno ai 35 anni (i romani arrivavano intorno ai 25), con casi di novantenni illustri tra cui il faraone Ramses II.
Inoltre durante la visita del paziente il medico esaminava le caratteristiche del malato compilando un questionario, e alla fine emetteva per iscritto la prognosi.
Dal punto di vista igienico gli egiziani erano molto avanzati e seguivano anche delle regole per una corretta alimentazione:in guerra i feriti erano assistiti da del personale medico che usava come ambulanze dei carri da guerra (una pratica poi ripresa nell’Ottocento).
La ginecologia era un altro punto di forza degli egiziani,poiché potevano prevedere il sesso del nascituro tramite un procedimento che funzionava anche come test di gravidanza (effettivamente nel Novecento degli esperimenti dimostrarono l’efficacia di questo procedimento):in questo caso la donna doveva urinare su due sacchetti,uno contenente l’orzo e l’altro il grano.
Se germogliava per primo il grano sarebbe nato un maschio,altrimenti il neonato sarebbe stato femmina:nel caso di mancata crescita di entrambi non si sarebbe verificata nessuna nascita.
Usando determinate sostanze gli egizi potevano anche prevedere le caratteristiche del parto e possedevano dei farmaci contraccettivi,un’esigenza dovuta anche alla costituzione piuttosto fragile delle donne egiziane che provocava facilmente delle morti per parto:per rendersi conto della gravità di questi problemi basti solo pensare che  le formule magiche per provocare l’aborto rientravano nella magia bianca, a differenza di moltissime civiltà dove simili incantesimi appartengono alla sfera della magia nera.
Un ultimo aspetto che ha influenzato la medicina per secoli era la convinzione che le malattie derivassero da degli umori corrotti che dovessero essere eliminati usando diversi mezzi:sebbene possa sembrare incredibile questa teoria è sopravvissuta con alcune modifiche quasi fino alla fine al XIX secolo.
Tutto quello che abbiamo descritto finora è solo una parte della medicina egizia, ma crediamo che sia sufficiente per mostrare l’ottimo livello qualitativo raggiunto dai medici di questo popolo.
Ma adesso è il momento di spostarsi in Grecia,parlandone per una volta tanto non dell’economia ma bensì della medicina.

lunedì 25 marzo 2013

Sim girl in a sim world

Come ho già scritto alcuni anni fa ho collaborato col blog Wundergammer.com,che purtroppo dopo un pò ha chiuso le attività.
Nel complesso è stata un'esperienza interessante e molto piacevole,che mi ha permesso di osservare i videogiochi anche da altri punti di vista.

Ad essere sincero non è che fossi proprio alle prime armi,dato che all'epoca avevo già scritto alcune lettere che affrontavano questi argomenti a Matteo Bittanti su Giochi per il mio computer (con mia grande sorpresa in alcuni casi sono state pubblicate sulla rivista e chissà,forse potrebbero apparire su questo blog):anche se questa esperienza si è chiusa, mi sono rimasti alcuni articoli che vorrei condividere con i miei pochi lettori.

Quello che proporrò è dedicato alla saga dei Sims,anche se prima d'iniziare devo fare alcune precisazioni:
1)L'articolo si riferisce al gioco base,senza considerare tutte le espansioni.
2)Inoltre desidero ringraziare Urfaut per avermi aiutato a migliorare la qualità del testo,che altrimenti sarebbe stato un pò meno leggibile.

Buon divertimento!
  
Sim girl in a sim world

Quaranta anni fa Philip K. Dick, uno dei più grandi scrittori di fantascienza, scrisse “Piccola città” (1971) – a mio parere un piccolo capolavoro – dove il protagonista Verne Haskell passava la vita a riprodurre in cantina un plastico fedele della sua città. Ad un certo però egli ha una violenta crisi psichica, e decide di ricostruire il modello della città secondo i propri desideri, sistemando nei posti peggiori le persone che gli stanno antipatiche ed autonominandosi sindaco, dopodiché sparisce nel nulla insieme al suo plastico.
In realtà il peggio arriva alla fine, quando la moglie e un suo amico scoprono che la città è effettivamente cambiata secondo i desideri di Verne Haskill.

Alcuni anni dopo Robert Silverberg ha scritto “Basileo” (1983), dove il protagonista è un programmatore che codifica per hobby delle IA che sono delle rappresentazioni digitali dei vari angeli: in una delle parti più inquietanti del racconto il nostro programmatore per vincere la solitudine, dialoga con queste IA che gli danno delle risposte piuttosto verosimili.
Alla fine gli angeli digitali lo eleggono come loro capo supremo, ed egli grazie ad un bug del software che gestisce la difesa missilistica Usa scatena un conflitto nucleare (una sorta di Armageddon).

Trent’anni dopo Dick, EA e Will Wright ( insieme agli innumerevoli modder), con la serie “The Sims” (2000) si sono avvicinati alle visioni di questi due autori, dandoci i mezzi per ottenere qualcosa di simile sui nostri pc.
Quanto troverete nelle prossime righe è un viaggio nel mondo dei Sims, anche se per comodità mi riferirò solo all’ultimo episodio, senza prendere in esame le espansioni: dato che come argomento è un po’ complesso, credo che la miglior soluzione sia raccontare la vita di un Sim, partendo dal momento del suo concepimento arrivando fino alla vecchiaia (non parlerò  dei sim creati ex novo dai giocatori).

Dal punto di vista sessuale, la società dei Sim sembra molto libera sebbene non manchino delle stranezze: la prima cosa che si nota è che i gay possono sposarsi e adottare i bambini senza problemi, possibilità valida anche per i single; basta solo chiamare un numero, selezionare il sesso e l’età del bambino, et voilà il gioco è fatto.
Per i fautori dei metodi tradizionali il processo è altrettanto semplice, basta trovare un partner di sesso opposto  e interagire scegliendo l’opzione “Prova ad avere figli”: i Sim conoscono anche la contraccezione, dato che volendo si può fare sesso solo per scopi ludici senza gravidanze indesiderate (ma non è previsto l’aborto).
Curiosamente il gioco non prevede che gli adolescenti possano fare sesso ed avere dei figli, certamente per evitare polemiche, sebbene così si perda molto realismo.

La gravidanza  è priva di complicazioni: tutto quello che dobbiamo fare è badare alle esigenze della nostra donna Sim (magari mandandola da un medico per un consulto ginecologico e dandole da leggere un libro sulla gravidanza), in modo tale che il Sim neonato possa avere dei tratti caratteriali scelti dal giocatore anziché determinati dal caso.
Infatti ogni Sim  è unico anche a livello psicologico: può avere fino ad un totale di cinque diversi tratti caratteriali (il numero aumenta con l’età), che influenzano come si comporta e le sue abitudini (tecnofobo, buono, orso, amante dei motori…).
Stranamente la medicina dei Sim non permette di scoprire il numero di embrioni, né tantomeno il loro sesso, cose che si sapranno solo al momento del parto.
Il parto può avvenire a casa o in ospedale ma non cambia molto, dato che come vedremo i Sim hanno una salute di ferro, a meno che il giocatore non s’impegni per farli morire.

Una volta arrivato il nostro neonato (o neonati), come nella realtà nei suoi primi giorni di vita i genitori dovranno accudirlo per ogni cosa, compito agevolato dal fatto che una mamma  lavoratrice usufruisce di un permesso di maternità.
Dopo alcuni giorni il Sim neonato diventerà un bebè, una fase che  fa  sembrare una passeggiata in confronto i livelli più duri di giochi come Painkiller e Jericho.
Infatti non dovremo solo badare ai bisogni del bebè, ma anche insegnargli a parlare, camminare ed usare il vasino: inoltre i genitori pazienti potranno comprargli vari giocattoli e leggere insieme a lui dei libri per l’infanzia, il che gli permetterà di avere dei vantaggi in futuro.

Il prossimo stadio del ciclo vitale è quello del bambino, dove inizieremo a socializzare con altri Sim bambini  andando a scuola e da bravi bambini diligenti, dovremo fare i compiti che ci verranno asseganti ogni giorno (fortunatamente sabato e domenica sono liberi).
Stranamente frequentando la scuola non capita di prendersi quelle malattie infantili che nella realtà decimano intere classi, e in maniera analoga non si verificano episodi di bullismo: durante le ore di permanenza a scuola si potrà scegliere come comportarsi, con vari effetti sulla nostra vita e chissà, forse potremo conoscere quella che in futuro sarà la nostra anima gemella.
Fortunatamente l’istruzione è gratuita e non bisogna pagare né i libri, né tantomeno la mensa o lo scuolabus (non è necessario neanche doversi portare la carta igienica da casa).
Diventando adolescenti il meccanismo di fondo non cambia molto, se non che adesso è possibile svolgere dei lavori part time ed avere delle relazioni amorose con altri liceali, sia pure con alcuni limiti.

Le cose si complicano negli stadi di giovane adulto ed adulto, dove il Sim cercherà di realizzarsi nella vita: qui si aprono moltissime strade, non solo a livello lavorativo ma anche affettivo, e l’offerta a nostra disposizione fa impallidire molti giochi di ruolo: si può essere dei medici famosi,degli astronauti, oppure diventare ricchissimi o anche realizzarsi  mettendo su in una famiglia numerosa.
Per raggiungere questi obbiettivi, dovremo lavorare per guadagnare il denaro che servirà per mantenerci: fondamentalmente si può lavorare come artista, vivendo dei ricavati delle nostre opere (cosa abbastanza dura all’inizio) oppure trovare un lavoro dipendente, dove dovremo lavorare in dei giorni e degli orari ben precisi.

Fortunatamente se c’impegniamo rispettando i parametri indicati dal nostro lavoro (un musicista dovrà pur saper suonare), potremo essere promossi e guadagnare sempre di più, il tutto secondo il più classico sogno americano: stranamente non saremo mai disoccupati, dato che basta selezionare il lavoro che c’interessa e verremo subito assunti. Un altro aspetto curioso è l’economia: infatti gli oggetti di uso comune (libri, alimentari) costano in proporzione di più rispetto a quelli di lusso. Inoltre si trovano sempre per dei prezzi ragionevoli delle case molto spaziose e ben ammobiliate, anche se i più esigenti potranno realizzare l’abitazione dei loro sogni costruendola istantaneamente.
Naturalmente occorrerà pagare delle bollette ma in realtà è molto difficile rimanere al verde, oltreché alcuni cibi sono gratis e non hanno effetti dannosi sull’organismo.
Certo se si mangia troppo senza fare attività fisica s’ingrassa, però in questo gioco una cosa del genere non provoca cancro, diabete o malattie cardiovascolari, perciò volendo potete fregarvene senza problemi.

Alla fine il vostro sim diventerà anziano (a meno che non muoia accidentalmente), e, se aveva un lavoro fisso, potrà decidere di andare in pensione: chiaramente più ha guadagnato, più la sua pensione giornaliera sarà alta. Ovviamente nessuno vi vieta d’integrare queste entrate con quelle derivanti dai vostri hobby che hanno un ritorno economico, sebbene non sia indispensabile farlo (ma è molto utile perché le bollette continuano ad arrivare).
Durante questa fase della vita il vostro sim potrà godersi in vari modi i suoi ultimi giorni, magari facendo anche da baby sitter ai nipotini, in maniera che i figli possano pensare alla carriera.
Un brutto giorno però il Tristo Mietitore verrà a prendere il Sim che ha raggiunto il nadir del suo ciclo vitale (quindi niente malattie neurodegenerative,  osteoporosi, tumori o ictus) e se nel lotto familiare non c’è un altro Sim, la partita finirà.

Ma non tutto è perduto: il sim defunto può ritornare dalla tomba come fantasma per interagire con i vivi, a meno che non piazziate la tomba in qualche luogo sperduto della città, in quel caso è molto meno probabile che venga a rompervi le scatole.
Se lo desiderate c’è la possibilità di reintegrarlo come spettro nella vostra famiglia (e così facendo potrà anche riprodursi, magari unendosi con i vivi), ma prima o poi morirà definitivamente.
Siamo arrivati alla fine del nostro viaggio? No di certo, perché non ho vi parlato di quello che EA ha realizzato con le varie espansioni, ma una cosa è certa: la serie The Sims non è un semplice giochino come Farmville o anche World of Warcraft, dato che con un po’ di pazienza si possono quasi creare intere città ed individui di qualsiasi tipo, facendoli interagire tra di loro e dandoci la sensazione di avere un potere simile a quello degli dei.

Volendo potete ricreare il vostro principale e regalargli una vita d’inferno, oppure interpretare Jack Torrence di Shining, o con l’espansione Late night il principe Lacroix di Bloodlines.
Se ci fosse in noi un Verne Haskell probabilmente non riuscirebbe più a staccarsi dal computer.

Per concludere vorrei lasciarvi con le annotazioni di Dick su “Piccola Città” (la citazione è tratta da “I giorni di Perky Pat e altre storie”, edito Solaria Fanucci nel 2002): 
In questo racconto le frustrazioni un piccolo uomo sconfitto – piccolo in termini di potere, in particolare il potere sugli altri – si trasformano gradualmente in qualcosa di sinistro: la forza della morte. Rileggendo questo racconto (che naturalmente è un racconto fantasy, non di fantascienza) sono rimasto impressionato dal sottile cambiamento che si verifica nel protagonista, da uomo zerbino a persona che domina gli altri. Verne Haskell appare all’inizio come il prototipo dell’essere umano impotente, ma nasconde nel suo intimo un impulso che è tutt’altro che debole. E’ come se dicessi che una persona di cui si è abusato potrebbe diventare molto pericolosa. Attenzione a non maltrattarla; potrebbe essere una maschera di thanatos, l’antagonista della vita; forse non vuole segretamente dominare, ma soltanto distruggere”.

mercoledì 20 marzo 2013

La preistoria e la nascita della figura del medico



Introduzione

Spesso quando sentiamo la parola storia pensiamo ad una serie di elementi collegati tra loro in modo sequenziale, secondo un processo di causa effetto (ad esempio la guerra fredda è derivata dalla seconda guerra mondiale, che è stata la conseguenza della prima e così via).
In realtà non ci rendiamo conto che la storia in realtà è composta dall’insieme delle storie di diversi individui che hanno delle visioni della vita altrettanto differenti, il che ci fa capire che alla fine la storia come la intendiamo noi è una sorta di media aritmetica della somma di tutte queste storie.
Ad esempio la resistenza può essere raccontata dal punto di vista dei partigiani, dei tedeschi,delle popolazioni civili oppure degli eserciti alleati o per complicare le cose dal punto di vista di una, nessuna oppure di diverse delle parti citate sopra.
In questa sede non vogliamo occuparci del problema se sia possibile dare un giudizio etico corretto sui vari fenomeni storici, ma solo affermare che un determinato evento può essere osservato da più punti di vista anche in conflitto tra di loro (è quello che capita tutti i giorni, quando una partita di calcio è vista dai tifosi di più squadre diverse riuniti davanti allo stesso megaschermo).
Lo scopo di questa serie d’articoli non è realizzare l’ennesima storia della medicina, ma provare a raccontare la storia dell’umanità (specialmente della civiltà occidentale) dal punto di vista medico.
Ma perché non accontentarsi di una semplice storia della medicina, limitandosi ad elencare i nomi dei medici e delle loro scoperte?
Questa è una bella domanda, che offre diverse risposte.
Il motivo più banale e scontato è che i medici sono esseri umani, e che le loro azioni dipendono dal contesto sociale in cui si trovano ad agire.
Conoscenze tecniche a parte, infatti un medico illuminista si relazionerà con la realtà in un modo diverso rispetto ad un suo collega babilonese oppure contemporaneo.
E’ vero che alla fine tutti e tre cercheranno di fare del loro meglio per curare il paziente, ma cambieranno i loro punti di vista sullo stesso problema.
Un’altra risposta è che molti fenomeni difficilmente comprensibili da un punto vista della storia pura, se esaminati da un’ottica medica possono essere meno oscuri.

Sia chiaro non esiste una storia pura che abbia solo date e fatti, dato che i testi migliori contengono anche delle nozioni basilari d’economia oppure di sociologia, ma da quello che sappiamo l’aspetto medico è sempre stato trascurato, forse perché a torto la medicina viene considerata o come una disciplina non umanistica oppure troppo scientifica.
Per il momento ci fermiamo qui perché entreremmo in un campo che esula dall’argomento di questi articoli, e anziché perdere inutilmente tempo preferiamo descrivervi come desideriamo impostare il nostro discorso.

Per prima cosa esamineremo l’arco di tempo che va dalla Preistoria fino all’età digitale; all’inizio di ciascun capitolo dove possibile troverete un riassunto del periodo preso in esame, con gli elementi che riterremo più significativi ai fini di una miglior comprensione di quel periodo.
Eviteremo di entrare troppo nei dettagli, anche se in alcune situazioni saremo costretti ad approfondire di più il discorso: comunque sappiate che se troverete un argomento esso è stato inserito per un motivo ben preciso, che non è mostrarvi la cultura dell’autore.
Nel nostro percorso tratteremo principalmente la medicina occidentale, poiché riteniamo che sia quella più nota ai nostri lettori:ciò non significa che consideriamo poco importante la medicina di culture diverse dalla nostra, solo che non l’affronteremo per non rendere il discorso troppo dispersivo.
Salvo imprevisti dopo l’excursus storico troverete una serie di paragrafi, che descrivono quali sono stati gli eventi più importanti dal punto di vista medico nel periodo preso in esame, e se ne avremo la possibilità cercheremo d’includere anche degli altri argomenti interessanti ma a volte trascurati dai non specialisti.
Per iniziare il nostro lungo viaggio è necessario capire come dai primi branchi di ominidi sia potuta nascere la figura del medico:seguiteci e lo scopriremo insieme.

La preistoria
Convenzionalmente per preistoria intendiamo il periodo storico compreso dalla comparsa dell’uomo fino all’invenzione della scrittura,le cui prime testimonianze risalgono al 4.000 a.C.
Per la precisione la preistoria si divide in:
1)Paleolitico che va dal 650.000 a.C. fino all’8.000 a.C.
A sua volta il Paleolitico si divide in Inferiore (650000 a.C.- 170000 a.C.), medio (170.000 a.C.-35.000 a.C.) e Superiore (35.000 a.C.-8.000 a.C.).
2) Mesolitico che va dall’8.000 a.C. fino al 6000 a.C..
3)Neolitico compreso tra l’8.000 a.C. e il 4000 a.C.
Ora non entreremo nei dettagli dei singoli periodi, ma chi fosse interessato troverà sotto una comoda tabella riassuntiva, dove elencheremo oltre alle date anche gli eventi più significativi di quel periodo (vedi tabella 1).
Tabella 1:prospetto storico della preistoria
Età
Periodo storico
Eventi più significativi
Paleolitico inferiore
650.000-170.000 a.C.
Uso di strumenti semplici di pietra, consumo di carni crude
Paleolitico medio
170.000-35.000 a.C.
Scoperta del fuoco, uso di lance con la punta selce, resistenza alla comparsa del ghiaccio
Paleolitico superiore
35.000-8.000 a.C.
Invenzione dell’ago e dell’arpione, lavorazione delle pelli e delle ossa, fabbricazione di lame di pietra sottili.
Mesolitico
8.000-6000 a.C.
L’uomo diventa cacciatore e pescatore, primi allevamenti degli animali, inizio dell’immagazzinamento di frutta e semi
Neolitico
6.000-4.000 a.C.
Agricoltura,allevamento del bestiame, inizio delle società stanziali, prime città, metallurgia.

Sicuramente potrete stupirvi per l’estrema lentezza di molti progressi che oggi sembrano ovvi, ma all’epoca l’uomo era solo un primate leggermente più evoluto rispetto alle scimmie antropomorfe, che viveva in un ambiente  ostile e con un’aspettativa di vita molto bassa secondo i nostri standard (i più fortunati raggiungevano a malapena i quarant’anni).
Inoltre era del tutto privo di tutte quelle tecnologie che rendono agevole la trasmissione d’informazioni, comprese quelle più basilari come la scrittura (all’epoca le informazioni si trasmettevano solo oralmente,con tutti i problemi derivanti dall’uso di questo mezzo).
Considerando inoltre che la popolazione era poco numerosa, ci si può rendere meglio conto delle enormi difficoltà incontrate dall’uomo nella sua lunga evoluzione mentale e fisica.
Fatte queste premesse vediamo come si è formata la figura del medico.

Dallo sciamano allo specialista della salute:la nascita della figura del medico
Per prima cosa dobbiamo sfatare il mito radicato nell’immaginario collettivo, che descrive l’uomo primitivo solo come un individuo rozzo armato di clava.
In realtà è probabile che un uomo civilizzato se si trovasse in situazioni simili a quelle presenti in certi reality show, ma privo della tecnologia e della cultura moderne sarebbe destinato quasi certamente a non sopravvivere, e questo per il semplice motivo che gli uomini primitivi conoscevano le caratteristiche dell’ambiente in cui vivevano (flora,fauna,clima) decisamente meglio rispetto a noi. 
In quel periodo ciascun uomo era quasi uno scout molto esperto, dato che tali informazioni potevano fare la differenza tra morire di fame o sopravvivere anche in situazioni apparentemente senza uscita.
Naturalmente l’uomo è diverso dagli altri animali perché di fronte all’inspiegabile spesso si pone delle domande e cerca delle risposte, e probabilmente questo è uno dei motivi per cui è nata la figura dello sciamano.
Non sapremo mai con certezza quando ma un giorno l’uomo cominciò a chiedersi perché moriva, cosa capitasse dopo la morte, da dove venisse il fuoco e così via.
Per rispondere a queste domande nacque la figura dello sciamano, una persona che funge da tramite (medium) tra il mondo degli spiriti (di varia natura, come animali,vegetali,rocce o gli antenati morti)  e quello degli uomini.

Fondamentalmente lo sciamano aveva ottenuto il dono di comunicare con gli spiriti tramite degli stati di coscienza alterati da vari fattori (digiuno, sostanze psicoattive o semplice suggestione). Oggi grazie ai progressi della scienza tali fenomeni sono spiegabili razionalmente, ma migliaia di anni fa in un uomo primitivo dovevano suscitare stupore e paura.
Col tempo lo sciamano da semplice individuo strano divenne la guida spirituale e la memoria storica della tribù (dato che non esisteva la scrittura le informazioni erano tramandate oralmente o tramite disegni), e lo sciamanesimo fu la prima religione dell’umanità.
Inoltre mentre tutti i membri della tribù dovevano svolgere le stesse mansioni indistintamente (un bravo intagliatore doveva pur sempre cacciare come tutti gli altri, dato che mancava il concetto di lavoro specializzato o non era ancora arrivato ai livelli attuali), lo sciamano era l’unico ad avere un ruolo ben preciso.

E’in questi sciamani che troviamo l’embrione della futura figura del medico:infatti lo sciamano per motivi culturali possedeva un’ottima conoscenza della natura e in più poteva dare delle spiegazioni (apparentemente) plausibili a diversi fenomeni inspiegabili.
In fondo un medico moderno non è poi così diverso, dato che conosce i meccanismi d’azione di centinaia di farmaci e può spiegare i motivi per cui essi agiscono, oltre a come nascono le malattie e come curarle.
Ora il problema è capire come dalla figura dello sciamano si sia potuti arrivare alla figura del moderno medico ultraspecializzato, e per fare questo è necessario accennare ad un passaggio evolutivo determinante nella storia dell’uomo, vale a dire il passaggio dallo stato nomade a quello stanziale.

Ciò è stato possibile grazie alla scoperta dell’agricoltura,che permise la nascita della prime grandi civiltà,alcune delle quali (come quella cinese) esistono tutt’oggi.
Prima di essa l’uomo dipendeva per il suo sostentamento dalle fonti di cibo esistenti nell’ambiente circostante, ed una volta esaurite si spostava da un luogo all’altro in cerca di altro cibo, anche se sono esistiti anche degli insediamenti di cacciatori-raccoglitori.
Con l’agricoltura l’uomo ha avuto accesso ad una fonte di cibo rinnovabile e facilmente accumulabile (a differenza delle mandrie di animali selvatici o dei pesci), e ciò ha eliminato la necessità di spostarsi da un luogo all’altro in cerca di cibo. La maggior produzione di cibo ha permesso una maggior crescita della popolazione, che per la prima volta ha potuto dedicarsi anche a lavori che richiedevano maggior specializzazione, dato che non era più necessario che tutti cercassero il cibo ogni giorno per sopravvivere.

Ciò non significa che l’agricoltura abbia risolto definitivamente ogni problema alimentare dell’uomo,anzi in molte situazioni la popolazione è cresciuta maniera superiore rispetto alle capacità dell’ambiente di sostenerla,provocando delle  carestie che hanno distrutto diverse civiltà.
Incidenti di percorso a parte l’agricoltura permette di ottenere più cibo, il che a sua volta permette d’avere una maggior crescita demografica, che porta all’esistenza d’insediamenti di grosse dimensioni con la nascita di manodopera specializzata in diversi ruoli. 

Durante questo processo probabilmente iniziarono a formarsi i primi medici moderni, che sostanzialmente sono degli specialisti che si occupano solo della salute dei cittadini.
Naturalmente con l’apparizione dei primi medici le spiegazioni sull’origine divina delle malattie non vennero affatto abbandonate (ciò accadrà in parte con i Greci grazie ad Ippocrate), ma per la prima volta un gruppo d’individui poteva occuparsi della cura del corpo e della mente di altre persone come lavoro,mentre prima era solo un’attività strettamente collegata o alla sopravvivenza oppure alla dimensione religiosa.

Adesso il medico come l’artigiano o il sacerdote aveva acquisito un ruolo autonomo nella società, e nelle prossime pagine vedremo come le diverse popolazioni abbiano reagito a questa novità.
Ma è tempo di spostarci in Medioriente, dove sono nate le civiltà che hanno influito in modo determinante sullo sviluppo di quella occidentale.

martedì 19 marzo 2013

Un pó di storia

Alcuni anni fa il responsabile della rivista del gruppo sanitario per cui lavoro,mi ha chiesto di scrivere degli articoli sulla storia della medicina.
Ovviamente ho accettato,ma per esigenze editoriali ho deciso d'impostare gli articoli in modo diverso da come ci si sarebbe potuto aspettare.
Infatti il mio scopo non era tanto elencare tutte le conquiste della scienza medica,ma inserirle nel contesto piú ampio del periodo in cui sono avvenute,per questo negli articoli pubblicati ho trattato in maniera molto sintetica anche argomenti d'economia,sociologia oltre che di storia cosí come la intendiamo normalmente.
Oggi d'accordo col responsabile della rivista ho deciso d'inserirli nel mio blog,cosí come sono usciti all'epoca della pubblicazione.
Quanto troverete nelle pagine seguenti é una riproduzione fedele dei testi apparsi su Realtá medica dalla fine del 2010 in poi,con alcune modifiche per migliorarne la leggibilitá ed ampliare i punti che non avevo potuto approfondire.
Prima di proseguire desidero ringraziare il Dr.Luciano Pecchi per la sua disponibilitá,senza cui questi articoli non avrebbero mai visto la luce.
Restate sintonizzati che stiamo per partire!



lunedì 18 marzo 2013

Genesi parte VIII

Parte  VIII

31
Ho inspirato lentamente quasi assaporando l’aria che mi entrava nei polmoni e alla fine facendomi coraggio, dopo aver caricato il mondo di Arilion ormai irriconoscibile ho lanciato l’eseguibile di Azrael.
Per un lungo attimo non è accaduto nulla ma poi il cielo si è oscurato ed è apparso il mio angelo vendicatore, gigantesco e affascinante allo stesso tempo:intanto sotto di lui i combattimenti continuavano quasi fosse un giorno come gli altri. Azrael  sembrava non avere fretta ed ha aspettato immobile diversi minuti, anche se sapevo benissimo che stava elaborando con calma i dati in arrivo da Arilion. Poi ha alzato lentamente la mano destra muovendo in senso antiorario il polso e i tunnel dove abitavano i nani sono stati invasi dalla lava, uccidendo chiunque si trovasse dentro:quindi ha ruotato lo sguardo intorno a sé e all’improvviso il mare si è alzato sommergendo le isole degli ixari e tutti gli insediamenti costieri. Dopodiché sul suo volto è apparso un sorriso gelido e gentile e dal cielo sono scese delle nubi verdastre che hanno ucciso chiunque si trovasse all’aperto,poi ha alzato l’indice della mano sinistra verso l’alto e  i terremoti hanno attraversato tutta la terra,distruggendo tutto quello che incontravano sul loro percorso. Per diverso tempo è rimasto immobile a fissare il mondo in rovina, come se fosse soddisfatto della sua opera (ma non penso che possa esserlo perché non l’ho programmato per fargli provare dei sentimenti), dato che in pochissimi minuti aveva eliminato ogni essere vivente su Arilion o almeno credevo così. Ma poi grazie alla sua onniscienza si è accorto che alcuni superstiti erano sfuggiti al suo castigo, e che se non li avesse colpiti si sarebbero riorganizzati per ricominciare tutto da capo:perciò ha allargato entrambe le braccia e l’intero Arilion è stato avvolto da un fuoco magico, che ha cercato e  consumato ogni cosa che potesse essere dotata di vita, non importa se naturale o meno. Per un periodo che mi è sembrato interminabile l’intero continente è diventato una gigantesca macchia di fuoco, poi all’improvviso tutto è sprofondato rapidamente sott’acqua lasciando solo un’enorme nube di vapore. Quando alla fine si è dissipata dove un tempo esisteva un continente pieno di vita era rimasta solo un’immensa distesa d’acqua, come se tutto fosse tornato all’inizio della creazione. Azrael osservò la sua opera e trovò che era buona, perciò si ritirò soddisfatto nel cielo da cui era stato inviato dal suo Signore per punire chi l’aveva contrariato. Ed Egli approvò l’opera del suo angelo e disse “Ricominciamo”.
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Ho riletto le mie ultime frasi e ho capito di aver toccato il fondo:per diversi giorni mi sono sentito come se fossi svuotato (burnout?) al punto tale che ho passato tutto il mio tempo a dormire in un sonno senza sogni.
Più dormivo e più mi sentivo stanco,al punto che certi giorni non avevo neanche più la forza di alzarmi finché facendo appello alle mie ultime forze, mi sono imposto di uscire da casa e lentamente ho ricominciato a vivere.
Devo fare ancora molta strada,ma oggi riesco a sorridere anche solo ascoltando il canto di un passerotto (per quanto riguarda i rapporti con gli altri esseri umani non credo che ci saranno dei miglioramenti,almeno non a breve e a medio termine).
Dopo molti anni ho deciso di andare in vacanza, possibilmente in un luogo tranquillo dove possa essere in contatto con la natura, senza rinunciare alle piccole comodità della civiltà.
In questi mesi ho anche ripreso ad usare il computer in modo più equilibrato e devo ammettere che alcuni titoli recenti mi stanno divertendo parecchio:forse è meglio così, visti i risultati che ho ottenuto.
Eppure nonostante questi progressi ogni tanto non resisto e ritorno ad Arilion,passando diverse ore solo ad osservare il mare dal monitor:a volte mi sembra di notare qualcosa sott’acqua, ma è solo un’illusione o almeno credo che sia così, perché non ho il coraggio di scoprire cosa ci sia sotto le profondità delle onde increspate dal vento.
Ignoro se il motore del gioco sia talmente evoluto da poter cancellare col tempo ogni traccia del passato,e se davvero fosse così un giorno l’unica testimonianza che rimarrà di Arilion sarà solo questo diario e ciò che ha lasciato dentro di me.
Intanto Azrael dorme in un sonno senza sogni,pronto a risvegliarsi quando arriverà il suo momento.

FINE 
(ammettettelo,non ci speravate più,eh?)