domenica 20 novembre 2011

Un manifesto per un videogioco italiano

Ogni tanto collaboro col blog dedicato ai videogiochi Kinaroom , un discendente del defunto (ma ancora valido) wundergammer.com.
Recentemente ho scritto un testo dove indico quali sono secondo me le caratteristiche di un videogioco realizzato in Italia,testo che potete trovare a questo link:http://www.megaupload.com/?d=PMI5XTQ0.
Se volete il testo integrale in cui annuncio l'uscita di quest'opera è disponibile qui:http://kinaroom.blogspot.com/2011/11/compagni-videogiocatori-italiani.html

Drm

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martedì 8 novembre 2011

Alcuni ricordi di Tolkien

Ero incerto se scrivere o meno questo post, ma dato che molti (me per primo) si sono rotti le scatole della soap opera che sta andando in onda nel nostro parlamento, ho deciso di raccontare il mio incontro con le opere di J.R.R. Tolkien, l'autore del Signore degli anelli.
Da piccolo avevo visto un cartone del Signore degli anelli, ma all'epoca non ne ho capito nulla se non che era dal punto di vista tecnico il non plus ultra della tecnologia. Poi quando ero adolescente e ho deciso di leggere la sua opera principale, dopo averla conosciuta tramite un gioco di ruolo cartaceo, il famigerato (per la complessità) Girsa.
Così mi sono fatto coraggio e in un luglio intenso ho aggredito e divorato il librone (di cui ricordo la bellissima mappa all'interno), terminandolo alcuni giorni prima rispetto a quanto avevo previsto:ad essere onesti ho seguito la trama solo a grandi linee,ma mi sono rimasti impressi lo stesso dei bei ricordi. Il pezzo più bello è stato quello nella foresta con Tom Bombadil e la sua amica, forse perchè rappresenta un'oasi di pace e tranquillità in un mondo che non lo è affatto.
Alla fine devo ammettere che stavo quasi per piangere dopo la partenza di Frodo e il mesto ritorno a casa di Sam, anzi mi è dispiaciuto finirlo come alcuni anni dopo doveva capitare con Hexen (che non c'entrava nulla con le opere di Tolkien,sia come trama che come impostazione).
Naturalmente non è stato amore a prima vista, dato che abituato ai capitoli brevi di Michael Moorcock, trovarsi capitoli di trenta-cento pagine è stato un trauma:inoltre Tolkien spesso fa dei riferimenti allo Hobbit, libro che intelligentemente ho letto dopo il Sda. Invece lo Hobbit all'epoca mi è piaciuto di più,sia perchè nella mia edizione dell'Adelphi aveva delle illustrazioni tratte dall'edizione degli anni 30 sia perchè era più leggibile, mentre per il Silmarillion non sono riuscito ad andare oltre le prime pagine dato che mi ha annoiato.Alla fine Tolkien mi ha lasciato dei bei ricordi di un mondo meraviglioso e un pò infantile, ma purtroppo anche se il mio cuore desidera che la realtà sia davvero così, la mia razionalità mi dice che è più realistico trovare una cura efficace e indolore contro ogni forma di tumore.L'ultima eredità di Tolkien è stata una sua biografia, che è riuscita ad attirare la mia attenzione sulla devastazione provocata dalla prima guerra mondiale e di come l'autore abbia desiderato ripararla con le sue opere (o secondo alcuni maligni semplicemente fuggire dalla realtà). Chissà se l'attuale crisi economica e politica abbia in sè i semi per dar vita a qualche meravigliosa opera d'arte, che faccia sembrare primitive quelle di oggi. Una cosa è certa, il mondo di Tolkien come me l'ero immaginato io continua a piacermi di più rispetto a quello mostratoci dai film di Jackson, forse perché lo sento come un qualcosa di più personale rispetto ad un film visto da milioni di persone.

giovedì 3 novembre 2011

Autoupdate

Come ho già accennato un pò di tempo fa, sto lavorando ad un manifesto che dovrebbe indicare quali sono le caratteristiche di un videogioco italiano.
Ho deciso di dividerlo in tre sezioni, vale a dire una parte introduttiva,una finale e tutti i temi su cui dovrebbe basarsi un ipotetico gioco:ciascun tema inoltre conterrà un esercizio, vale a dire un videogioco che andrebbe sviluppato tenendo conto di quell'argomento. Sto cercando di non renderlo noioso, ma solo il tempo saprà dire se avrò successo o meno.
Attualmente sono ancora alla versione semi alpha, ma spero di arrivare alla beta entro novembre.
Se volete consolarvi, potete scaricare un racconto che ho dedicato ai videogiochi qui:
http://www.megaupload.com/?d=K2MJUTPD.
Naturalmente è gratuito, però mi piacerebbe sapere i vostri pareri e vorrei essere informato se lo citaste da qualche parte.Ci sentiamo al prossimo service pack :).

venerdì 28 ottobre 2011

Lunga vita e prosperità?

Un antico proverbio sosteneva che bisogna prestare attenzione a ciò che si chiede, perché si potrebbe ottenerlo. Nel nostro caso l'allungamento della vita desiderato per secoli, ha portato a delle conseguenze impreviste e poco piacevoli:la prima è la necessità di pagare la pensione ad un numero sempre crescente di anziani, tant'è che nei paesi industrializzzati hanno deciso di alzare progressivamente l'età pensionabile proprio per questo motivo.
Ecco la prima fregatura:campi di più? Bene, allora puoi lavorare anche di più.Inoltre si crea la situazione paradossale che molti giovani non trovano lavoro, perchè il loro posto è occupato da degli anziani che spesso vorrebbero andarsene.
Almeno la vecchiaia fosse qualcosa di piacevole potremmo starci, invece no col progredire dell'età, aumenta anche la possibilità di essere colpiti da delle malattie terribili che fanno sembrare una benedizione divina il classico vecchio infarto. Infatti tali patologie non hanno un'unica cura rapida e definitiva, ma richiedono una lunga serie di terapie (non sempre efficaci) e spesso molto costose. Ovviamente  qualcuno dovrà pur pagare l'assistenza a queste persone, col risultato che le casse dello stato devono sostenere un salasso economico pesante per curare una percentuale crescente di anziani, sempre che non vivano in un paese dove l'intera assistenza medica è a carico dell'assistito. Spesso nella società contemporanea le famiglie per una serie di motivi non possono più prendersi cura dei vari anziani, quindi costoro o sono affidati alle cure di una badante (a pagamento) oppure sono parcheggiati in delle case di riposo che di fatto sono un deposito per vecchi. Ora c'è da chiedersi seriamente se sia valso la pena di allungare la vita, oppure non si stava meglio prima quando uno moriva per delle malattie tutto sommato più rapide, che oggi la nostra medicina ha sconfitto lasciando intatte quelle a lunghissimo decorso o incurabili. Naturalmente la scienza ci assicura che in futuro anche loro saranno sconfitte, però ciò è poco utile per chi ha il vizio di vivere nel presente. E poi chi ci assicura che una volta curate non salti fuori qualcosa di peggio che oggi non riusciamo a prevedere? Forse le benedizioni sono delle maledizioni mascherate.

giovedì 27 ottobre 2011

La divisa quotidiana

In passato diversi autori di fantascienza  hanno immaginato un futuro dove le persone avrebbero indossato solo delle divise bianche, con delle scarpe dello stesso colore, in una visione ispirata all'ideale di asetticità tipico degli anni 30.
Tale ideale era talmente sentito che negli orfanatrofi americani, le infermiere avevano l'assoluto divieto di toccare direttamente i bambini piccoli:sostanzialmente questo futuro sarebbe stato un enorme reparto di terapia intensiva.
In realtà oggi la situazione è abbastanza diversa, ma fino ad un certo punto:in ambito medico in teoria esistono delle divise con dei colori che indicano dove lavora chi le indossa (verde per la sala operatoria, rosso per gli infermieri,eccetera:in realtà la normativa cambia da ospedale ad ospedale, se volete farvi quattro risate andate qui),sempre che ci siano delle norme precise, in questo caso capita di vedere nello stesso reparto diversi capi d'abbigliamento.
Riguardo alle calzature pur lavorando nel settore, mi sono arreso dato che sempre nello stesso reparto c'è gente che indossa le classiche scarpe normali, altri le scarpe da ginnastica,alcuni dei sandali e molti degli zoccoli di vari colori e disegni.
La vita reale non è meno varia, sebbene in molti casi c'è un'enorme omologazione:tutte le persone che abbiano un minimo ruolo importante infatti indossano la classica giacche e cravatta, buone per ogni occasione,matrimoni,comunioni,riunioni aziendali,congressi e funerali, compreso il loro. I bambini quando si assiste alle varie cerimonie religiose, sembrano usciti da una fabbrica dato che indossano gli stessi vestiti, situazione che si verifica anche quando vanno a scuola, dove i grembiuli coprono le loro differenze sociali (che riamngono osservando le scarpe firmate che spuntano sotto i grembiulini). Alcune scuole private impongono l'uso di una divisa, ma per chi frequenta un scuola destinata alla classe precaria (proletaria è old), la situazione è simile a quanto ho descritto.
In realtà tale omologazione è presente anche nei modi di mangiare, di vestire,di divertirsi e di comprare, con la differenza che non è imposta da un'ideale di asetticcità ma dalle varie mode.
Una cosa che abbiano conservato dal futuro immaginario è il terrore dei germi, dato che in tv si vedono dei prodotti che hanno lo scopo di sterminarli come se fossero gli zerg di Starcraft.
Alla fine il nostro futuro di sicuro è più colorato e vario, ma non meno omologato:noi però come gli abitanti delle utopie fantascientifiche siamo contenti così, anche se ogni tanto ci manca quel futuro asettico, forse perchè era meno ipocrita.

venerdì 14 ottobre 2011

Sono incazzato nero!

C'è una parola che in questi ultimi tempi va di moda, vale a dire indignados che è la versione spagnola di indignati. Questo termine indica lo stato d'animo in cui molti si riconoscono per l'attuale situazione politico economica, e dovrebbe esprimere un senso di rabbia,frustrazione e rivolta.
Purtroppo grazie ad una breve ricerca in rete, chiunque può scoprire che indignato ( che risale al XIII secolo) significa sdegnato,risentito,irritato, termini che c'entrano poco con lo stato d'animo in questione. A questo punto perchè non chiamare i politici marrani, dicendo che non si comportano da gentlemen? Davvero uno può indignarsi per delle cose di minor conto o che sente lontane dalla propria vita:qui invece stiamo parlando di situazioni che riguardano tutti noi, che ci toccano da vicino e ci irritiamo soltanto? Ma per favore! Sinceramente una persona indignata per i tagli alla sanità e alla scuola, o per giovani che non trovano lavoro, fa venire in mente qualcuno che protesta perchè muore il personaggio di una serie televisiva.
A questo non è meglio usare dei termini più animaleschi e brutali ma più vicini ai nostri veri sentimenti, come  il vecchio e caro incazzato nero? Nessuno si augura che scoppino rivolte o ci scappi un morto, ma che si allenti questa cappa di politically correct sì! Chiamiamo le cose col loro vero nome senza nasconderci dietro eufemismi,acronimi o giri di parole, e vivremo meglio e sopratutto saremo in pace con noi stessi. Un tumore maligno non diventa meno grave limitandosi chiamandolo un brutto male, e lo stesso vale per tutto il resto.
Perciò il politically correct deve andare a fare in culo!

domenica 9 ottobre 2011

Evviva abbiamo il digitale terrestre!

Ieri da me è saltata la memoria dei canali televisivi e mentre mia sorella li stava ricercando pazientemente, osservando la ricerca automatica mi sono reso conto dell'enorme offerta di canali che abbiamo a disposizione.
Riflettiamo un attimo, una persona che dovesse decidere cosa guardare esaminando tutte le offerte di tutti i canali, come minimo dovrebbe prendersi ogni giorno una giornata di ferie.
Quindi sono convinto che una persona normale in realtà segua pochissimi canali, dato che stare dietro a tutti è semplicemente impossibile.
In biochimica abbiamo una fenomeno chiamato inibizione per eccesso di substrato, che si verifica quando una reazione si blocca perchè la concentrazione di substrato supera la concentrazione dell'enzima che deve agire su di esso (e la stessa cosa che capita durante i matrimoni con antipasti,tre primi,due secondi,torta,vino,caffè e ammazzacaffè:se alla fine avete ancora appetito, vi conviene rivolgervi ad un gastroenterologo serio perchè non siete normali) .
Lo stesso vale per la tv e i videogiochi, il tempo e la mente umana sono molto più limitati rispetto alle potenziali offerte. Qual'è la soluzione? Diventare iperselettivi e guardare solo i capolavori (diventando intellettuali snob), azzerare ogni vita sociale e lavorativa per stare sempre davanti ad un monitor, pescare a caso sperando di trovare qualche perla o fossilizzarsi su poche cose?
Francamente non ho la risposta, però se vi annoiate una serata passata a recuperare i canali dispersi è una sana alternativa a Call of duty o a World of warcraft!

giovedì 6 ottobre 2011

In memoria di Steve Jobs

Ieri dopo sette anni di malattia ci ha lasciato Steve Jobs:a prescindere da quello che si pensa della Apple, non si può far a meno di notare come quest'uomo nel bene o nel male abbia influenzato le nostre vite.
Uno dei suoi meriti principali è stato aver trasformato il processo di vendita in qualcosa di mistico, dato che una folla simile a quella davanti agli App store l'ho l'ho vista solo a Fatima.
Inoltre la tecnologia di Jobs è un qualcosa di giocoso, anzi degli oggetti che hanno un aspetto estetico fondamentale:ricordo su questo le infinite polemiche tra i pcisti e gli appfan.
La verità è che chi compra un prodotto Apple di fatto compra l'appartenenza ad un mondo, un pò come ha fatto notare Jeremy Rifkin nell'Era dell'accesso.
Non ho mai preso nulla della Apple, ma Steve Jobs mi mancherà oltrechè dopo di lui le convenzioni della Apple non saranno più le stesse, dato che gli mancherà quell'aspetto religioso in cui le avvolgeva.
Buon viaggio Steve e grazie per averci fatto riflettere su molte cose.

venerdì 23 settembre 2011

Un mondo senza B

Ogni tanto mi domando come sarebbe la nostra vita se all'improvviso sparisse il nostro Premier.
A prescindere dalle valutazioni di tipo etico, ho come l'impressione che nella nostra società ci sarebbe un enorme vuoto.
Pensiamoci bene, oggi è impossibile accendere la tv, leggere un giornale o non sentirNe parlare per un motivo o per un altro.
A prescindere da quello che fa Egli è sulla bocca di tutti, siano amici,compagni di partito,nemici oppure stranieri.
Il giorno in cui sparirà credo che parecchie persone si ritroverebbero disoccupate, dato che non avrebbero nulla di cui discutere. Io credo che l'Italia sia ormai un set televisivo e che Lui ne sia il conduttore, con noi che svolgiamo il ruolo di telespettatori.
Quando finirà la trasmissione probabilmente ci sentiremo disorientati, ma alla fine con un pò di zapping troveremo un altro programma, oppure se non funziona potremmo alzarci e vedere cosa c'è al di fuori dello schermo.

martedì 20 settembre 2011

E' tempo d'iniziare

Caro lettore, è probabile che leggendo il nome del blog ti sia chiesto qual'è il suo scopo e sopratutto di cosa parla.
Volendo potrei risponderti come Massimo Fini, secondo cui scrivere è una forma di masturbazione mentale, il che non è un'ipotesi da escludere a priori.
Ad essere sinceri ho deciso d'iniziare per una serie di motivi:prima di tutto gestire un blog è una sfida intellettuale che sono curioso d'affrontare, inoltre lo considero uno spazio dove poter esprimere le mie idee.
In questo blog affronterò vari argomenti non necessariamente correlati tra di loro, alcuni piacevoli,altri di meno, ma non posso garantirti che scriverò a cadenza regolare anche se mi sforzerò di non annoiarti.
Da questo punto di vista il mio blog è davvero simile ad uno specchio infranto (una citazione tratta dal videogioco Vampire:Bloodlines), dato che si sforzerà di osservare la realtà da più punti vista diversi, includendo anche delle visioni non convenzionali e non necessariamente piacevoli.
Quindi se hai intenzione di seguirmi sappi che puoi aspettarti di tutto,dato che la pazzia ha tanti difetti ma di sicuro non annoia mai a differenza della normalità.
Buon viaggio e controlla bene il peso del bagaglio a mano, se lo superi potresti essere un terrorista!