venerdì 28 ottobre 2011

Lunga vita e prosperità?

Un antico proverbio sosteneva che bisogna prestare attenzione a ciò che si chiede, perché si potrebbe ottenerlo. Nel nostro caso l'allungamento della vita desiderato per secoli, ha portato a delle conseguenze impreviste e poco piacevoli:la prima è la necessità di pagare la pensione ad un numero sempre crescente di anziani, tant'è che nei paesi industrializzzati hanno deciso di alzare progressivamente l'età pensionabile proprio per questo motivo.
Ecco la prima fregatura:campi di più? Bene, allora puoi lavorare anche di più.Inoltre si crea la situazione paradossale che molti giovani non trovano lavoro, perchè il loro posto è occupato da degli anziani che spesso vorrebbero andarsene.
Almeno la vecchiaia fosse qualcosa di piacevole potremmo starci, invece no col progredire dell'età, aumenta anche la possibilità di essere colpiti da delle malattie terribili che fanno sembrare una benedizione divina il classico vecchio infarto. Infatti tali patologie non hanno un'unica cura rapida e definitiva, ma richiedono una lunga serie di terapie (non sempre efficaci) e spesso molto costose. Ovviamente  qualcuno dovrà pur pagare l'assistenza a queste persone, col risultato che le casse dello stato devono sostenere un salasso economico pesante per curare una percentuale crescente di anziani, sempre che non vivano in un paese dove l'intera assistenza medica è a carico dell'assistito. Spesso nella società contemporanea le famiglie per una serie di motivi non possono più prendersi cura dei vari anziani, quindi costoro o sono affidati alle cure di una badante (a pagamento) oppure sono parcheggiati in delle case di riposo che di fatto sono un deposito per vecchi. Ora c'è da chiedersi seriamente se sia valso la pena di allungare la vita, oppure non si stava meglio prima quando uno moriva per delle malattie tutto sommato più rapide, che oggi la nostra medicina ha sconfitto lasciando intatte quelle a lunghissimo decorso o incurabili. Naturalmente la scienza ci assicura che in futuro anche loro saranno sconfitte, però ciò è poco utile per chi ha il vizio di vivere nel presente. E poi chi ci assicura che una volta curate non salti fuori qualcosa di peggio che oggi non riusciamo a prevedere? Forse le benedizioni sono delle maledizioni mascherate.

giovedì 27 ottobre 2011

La divisa quotidiana

In passato diversi autori di fantascienza  hanno immaginato un futuro dove le persone avrebbero indossato solo delle divise bianche, con delle scarpe dello stesso colore, in una visione ispirata all'ideale di asetticità tipico degli anni 30.
Tale ideale era talmente sentito che negli orfanatrofi americani, le infermiere avevano l'assoluto divieto di toccare direttamente i bambini piccoli:sostanzialmente questo futuro sarebbe stato un enorme reparto di terapia intensiva.
In realtà oggi la situazione è abbastanza diversa, ma fino ad un certo punto:in ambito medico in teoria esistono delle divise con dei colori che indicano dove lavora chi le indossa (verde per la sala operatoria, rosso per gli infermieri,eccetera:in realtà la normativa cambia da ospedale ad ospedale, se volete farvi quattro risate andate qui),sempre che ci siano delle norme precise, in questo caso capita di vedere nello stesso reparto diversi capi d'abbigliamento.
Riguardo alle calzature pur lavorando nel settore, mi sono arreso dato che sempre nello stesso reparto c'è gente che indossa le classiche scarpe normali, altri le scarpe da ginnastica,alcuni dei sandali e molti degli zoccoli di vari colori e disegni.
La vita reale non è meno varia, sebbene in molti casi c'è un'enorme omologazione:tutte le persone che abbiano un minimo ruolo importante infatti indossano la classica giacche e cravatta, buone per ogni occasione,matrimoni,comunioni,riunioni aziendali,congressi e funerali, compreso il loro. I bambini quando si assiste alle varie cerimonie religiose, sembrano usciti da una fabbrica dato che indossano gli stessi vestiti, situazione che si verifica anche quando vanno a scuola, dove i grembiuli coprono le loro differenze sociali (che riamngono osservando le scarpe firmate che spuntano sotto i grembiulini). Alcune scuole private impongono l'uso di una divisa, ma per chi frequenta un scuola destinata alla classe precaria (proletaria è old), la situazione è simile a quanto ho descritto.
In realtà tale omologazione è presente anche nei modi di mangiare, di vestire,di divertirsi e di comprare, con la differenza che non è imposta da un'ideale di asetticcità ma dalle varie mode.
Una cosa che abbiano conservato dal futuro immaginario è il terrore dei germi, dato che in tv si vedono dei prodotti che hanno lo scopo di sterminarli come se fossero gli zerg di Starcraft.
Alla fine il nostro futuro di sicuro è più colorato e vario, ma non meno omologato:noi però come gli abitanti delle utopie fantascientifiche siamo contenti così, anche se ogni tanto ci manca quel futuro asettico, forse perchè era meno ipocrita.

venerdì 14 ottobre 2011

Sono incazzato nero!

C'è una parola che in questi ultimi tempi va di moda, vale a dire indignados che è la versione spagnola di indignati. Questo termine indica lo stato d'animo in cui molti si riconoscono per l'attuale situazione politico economica, e dovrebbe esprimere un senso di rabbia,frustrazione e rivolta.
Purtroppo grazie ad una breve ricerca in rete, chiunque può scoprire che indignato ( che risale al XIII secolo) significa sdegnato,risentito,irritato, termini che c'entrano poco con lo stato d'animo in questione. A questo punto perchè non chiamare i politici marrani, dicendo che non si comportano da gentlemen? Davvero uno può indignarsi per delle cose di minor conto o che sente lontane dalla propria vita:qui invece stiamo parlando di situazioni che riguardano tutti noi, che ci toccano da vicino e ci irritiamo soltanto? Ma per favore! Sinceramente una persona indignata per i tagli alla sanità e alla scuola, o per giovani che non trovano lavoro, fa venire in mente qualcuno che protesta perchè muore il personaggio di una serie televisiva.
A questo non è meglio usare dei termini più animaleschi e brutali ma più vicini ai nostri veri sentimenti, come  il vecchio e caro incazzato nero? Nessuno si augura che scoppino rivolte o ci scappi un morto, ma che si allenti questa cappa di politically correct sì! Chiamiamo le cose col loro vero nome senza nasconderci dietro eufemismi,acronimi o giri di parole, e vivremo meglio e sopratutto saremo in pace con noi stessi. Un tumore maligno non diventa meno grave limitandosi chiamandolo un brutto male, e lo stesso vale per tutto il resto.
Perciò il politically correct deve andare a fare in culo!

domenica 9 ottobre 2011

Evviva abbiamo il digitale terrestre!

Ieri da me è saltata la memoria dei canali televisivi e mentre mia sorella li stava ricercando pazientemente, osservando la ricerca automatica mi sono reso conto dell'enorme offerta di canali che abbiamo a disposizione.
Riflettiamo un attimo, una persona che dovesse decidere cosa guardare esaminando tutte le offerte di tutti i canali, come minimo dovrebbe prendersi ogni giorno una giornata di ferie.
Quindi sono convinto che una persona normale in realtà segua pochissimi canali, dato che stare dietro a tutti è semplicemente impossibile.
In biochimica abbiamo una fenomeno chiamato inibizione per eccesso di substrato, che si verifica quando una reazione si blocca perchè la concentrazione di substrato supera la concentrazione dell'enzima che deve agire su di esso (e la stessa cosa che capita durante i matrimoni con antipasti,tre primi,due secondi,torta,vino,caffè e ammazzacaffè:se alla fine avete ancora appetito, vi conviene rivolgervi ad un gastroenterologo serio perchè non siete normali) .
Lo stesso vale per la tv e i videogiochi, il tempo e la mente umana sono molto più limitati rispetto alle potenziali offerte. Qual'è la soluzione? Diventare iperselettivi e guardare solo i capolavori (diventando intellettuali snob), azzerare ogni vita sociale e lavorativa per stare sempre davanti ad un monitor, pescare a caso sperando di trovare qualche perla o fossilizzarsi su poche cose?
Francamente non ho la risposta, però se vi annoiate una serata passata a recuperare i canali dispersi è una sana alternativa a Call of duty o a World of warcraft!

giovedì 6 ottobre 2011

In memoria di Steve Jobs

Ieri dopo sette anni di malattia ci ha lasciato Steve Jobs:a prescindere da quello che si pensa della Apple, non si può far a meno di notare come quest'uomo nel bene o nel male abbia influenzato le nostre vite.
Uno dei suoi meriti principali è stato aver trasformato il processo di vendita in qualcosa di mistico, dato che una folla simile a quella davanti agli App store l'ho l'ho vista solo a Fatima.
Inoltre la tecnologia di Jobs è un qualcosa di giocoso, anzi degli oggetti che hanno un aspetto estetico fondamentale:ricordo su questo le infinite polemiche tra i pcisti e gli appfan.
La verità è che chi compra un prodotto Apple di fatto compra l'appartenenza ad un mondo, un pò come ha fatto notare Jeremy Rifkin nell'Era dell'accesso.
Non ho mai preso nulla della Apple, ma Steve Jobs mi mancherà oltrechè dopo di lui le convenzioni della Apple non saranno più le stesse, dato che gli mancherà quell'aspetto religioso in cui le avvolgeva.
Buon viaggio Steve e grazie per averci fatto riflettere su molte cose.